accordo di partenariato
Accordi di partenariato 2014-2020: in Italiano il nuovo numero di Panorama della UE a cura della Commissione
StandardIl tema principale dell’edizione estiva della rivista Panorama è l’aggiornamento sui progressi riguardanti l’adozione degli accordi di partenariato con l’analisi in dettaglio del primo accordo adottato, quello della Danimarca, e un’intervista ai responsabili delle autorità di gestione danesi. Inoltre, la rivista ripercorre i passati dieci anni di allargamento con una panoramica sull’evoluzione degli Stati membri che hanno fatto ingresso in Unione europea a partire dal 2004 e su come tali stati abbiano tratto benefici dalla politica di coesione. Continua a leggere
Accordi di partenariato 2014-2020: su Panorama della UE le novità della politica di coesione
StandardApprovato dal CIPE l’Accordo di Partenariato per l’utilizzo dei fondi strutturali europei 2014-2020
StandardIl Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha approvato, nella seduta del 18 Aprile 2014, la proposta di Accordo di partenariato relativo alla programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2014-2020, autorizzando contestualmente il competente Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, a trasmetterlo alla Commissione europea per l’avvio del negoziato formale.
L’Accordo è frutto di un complesso processo di consultazione allargata a Ministeri, Regioni, Enti locali e partenariato economico sociale e dell’interlocuzione informale avviata con la Commissione europea.
Lo schema di Accordo prevede risorse a carico dei citati Fondi strutturali per oltre 41,5 miliardi di euro, di cui:
- 21,2 miliardi per il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR),
- 9,9 miliardi di euro per il Fondo sociale europeo (FSE),
- 10,4 miliardi per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), cui si aggiungeranno le risorse del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) la cui quantificazione sarà definita con il relativo regolamento comunitario di prossima approvazione.
A tali risorse comunitarie si aggiungerà il relativo cofinanziamento nazionale, che sarà definito in sede di programmazione operativa. Nell’Accordo sono previsti 11 obiettivi tematici focalizzati particolarmente su ricerca e innovazione, sostenibilità ambientale, efficientamento energetico e fonti rinnovabili, istruzione, trasporti, occupazione e inclusione sociale.
Approfondiamo:
PROGRAMMAZIONE 2014-2020
Il pacchetto legislativo sulla politica di coesione 2014-2020 introduce importanti cambiamenti, quali un coordinamento rafforzato della programmazione dei quattro fondi comunitari collegati al Quadro Strategico Comune 2014-2020 in un unico documento strategico, e una stretta coerenza rispetto ai traguardi della strategia Europa 2020 per la crescita intelligente, inclusiva e sostenibile dell’UE e rispetto agli adempimenti previsti nell’ambito del Semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche.
L’Accordo di partenariato definisce, a livello di ciascuno Stato membro, i fabbisogni di sviluppo, gli obiettivi tematici della programmazione, i risultati attesi e le azioni da realizzare tramite l’impiego dei fondi strutturali. Il processo di preparazione del documento strategico è stato avviato con la presentazione da parte del Ministro per la coesione territoriale, d’intesa con i Ministri del Lavoro, e delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari, nel dicembre 2012, del documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi strutturali”, che ha definito l’impianto metodologico del nuovo ciclo, individuando sette innovazioni volte a rafforzare l’efficacia e la qualità della spesa dei fondi.
Le sette innovazioni di metodo sono riassumibili in altrettante parole chiave: risultati attesi, esplicitati in termini misurabili grazie a indicatori quantitativi dell’impatto prodotto sulla vita dei cittadini dagli interventi pubblici; azioni, da indicare in termini puntuali e operativi; tempi vincolanti e esplicitamente associati ai soggetti responsabili da cui dipendono le scadenze; partenariatomobilitato, da coinvolgere tempestivamente nei processi che portano alle decisioni sulle politiche sia in fase di programmazione sia in fase di attuazione; trasparenza, da esercitare attraverso il dialogo sui territori e secondo il metodo OpenCoesione; valutazione degli effetti prodotti dagli interventi di sviluppo cofinanziati e del modo in cui tale effetto ha luogo; rafforzamento del presidio nazionale sull’attuazione, attraverso il monitoraggio sistematico dei programmi cofinanziati e le verifiche sul campo per accertare lo stato degli interventi, l’assistenza e l’affiancamento strutturato dei centri di competenza nazionale alle autorità responsabili dell’attuazione, nelle situazioni maggiormente critiche.
Sulla base dell’impianto metodologico così definito, è stato avviato il confronto partenarialefinalizzato alla stesura dell’Accordo di partenariato, con una prima fase di consultazione molto ampia che, attraverso i lavori di 4 Tavoli tecnici e l’organizzazione di 17 Audizioni tematiche, ha coinvolto sia i livelli istituzionali sia le forze sociali ed economiche e i rappresentanti della società civile. I lavori dei Tavoli tecnici sono stati organizzati raggruppando le 11 grandi aree tematiche di possibile intervento dei fondi (c.d. Obiettivi tematici nel nuovo regolamento) su 4 missioni così individuate: “Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione”; “Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente”; “Qualità della vita e inclusione sociale”; “Istruzione, formazione e competenze”.
L’ampio confronto ha permesso di definire, secondo il metodo condiviso, il binomio risultati attesi (indicatori)-azioni per ciascuno degli Obiettivi tematici oggetto della proposta di regolamento. Al confronto partenariale è seguita la trasmissione alla Commissione europea di una versione preliminare dell’Accordo (9 aprile 2013) e una prima interlocuzione sul documento con i Servizi della Commissione nei giorni 22, 23 e 24 aprile 2013.
Il documento preliminare è stato successivamente rivisto per recepire i commenti della Commissione e anche per addivenire a una maggiore concentrazione delle scelte di intervento su un numero limitato di grandi obiettivi. E’ stata così elaborata una proposta sulla quale si è tenuto unconfronto serrato con le Regioni per l’articolazione della strategia a livello di categorie di regioni.
A dicembre 2013 è stata trasmessa alla Commissione europea una bozza avanzata dell’Accordo di Partenariato sulla base della quale prosegue il dialogo informale con i Servizi della Commissione. La presentazione ufficiale dell’Accordo di Partenariato e dei programmi operativi, per l’avvio del negoziato formale, dovrà avvenire entro 4 mesi dall’entrata in vigore dei regolamenti, con la possibilità di presentare i programmi al più tardi entro ulteriori 3 mesi dalla presentazione dell’Accordo.
Fonti:
– Sito del CIPE: http://www.cipecomitato.it/it/il_cipe/sedute/2014/
– Sito del Governo: http://www.governo.it/Presidente/Comunicati/dettaglio.asp?d=75459
– Sito del Dipartimento per lo Sviluppo/Agenzia per la Coesione: http://www.dps.gov.it/opencms/opencms/it/politiche_e_attivita/programmazione_2014-2020/index.html
– Sito della Commissione Europea – Politica Regionale: http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/index_it.cfm
Esito della seduta CIPE del 18/04/2014 (dal sito del CIPE):
Accordo di Partenariato 2014-2020: al Governo resta da definire entro il 22 Aprile 2014 il numero di Azioni da finanziare
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Accordo di Partenariato 2014-2020: al Governo resta da definire entro il 22 Aprile 2014 il numero di Azioni da finanziare
StandardIl 22 Aprile 2014 è il termine ultimo entro cui il Governo italiano – la competenza è passata dal Ministro per la Coesione Territoriale, non confermato, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio – deve consegnare la versione finale dell’Accordo di partenariato, cornice della nuova programmazione dei fondi UE 2014-2020.
In particolare, il Dipartimento sviluppo e coesione (DPS) sta limitando, su richiesta della Commissione UE per favorire un monitoraggio efficiente, il numero di Azioni che ciascuno Stato deve identificare nell’ambito degli 11 obiettivi tematici fissati dalla UE.
Si attende un ultimo passaggio del testo alla Conferenza Stato – Regioni, poi l’invio a Bruxelles e, finalmente, la costituzione della Agenzia nazionale per la Coesione, richiesta dalla Commissione per garantire una migliore capacità di gestione dei fondi da parte delle Regioni.
Per renderla operativa, a fine aprile dovrà essere nominato il direttore generale e approvato lo statuto.
Fonte: Sole 24 Ore del 29 Aprile 2014
Accordo di partenariato: l’Italia deve consegnare la versione definitiva entro il 22 Aprile 2014
StandardUnione bancaria e di difesa e sostegno ai giovani: conclusioni del Consiglio Europeo del 19/20 Dicembre 2013
Standard
Abstract
Per la prima volta dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Consiglio europeo ha tenuto un dibattito tematico sulla difesa, individuando azioni prioritarie per una cooperazione più forte. Il dibattito è stato preceduto da una riunione con il segretario generale della NATO, che ha esposto la sua valutazione delle sfide attuali e future in materia di sicurezza.
Il Consiglio europeo ha, poi, espresso compiacimento per l’orientamento generale raggiunto dal Consiglio sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi, che costituirà una pietra angolare dell’unione bancaria, ed ha esaminato la situazione economica e i progressi realizzati nell’attuazione del patto per la crescita, l’occupazione e la competitività, individuando le caratteristiche principali dei Partenariati per la crescita, l’occupazione e la competitività a sostegno delle riforme strutturali, nella prospettiva di concludere le discussioni al riguardo entro ottobre 2014.
Di seguito sono sintetizzati i principali esiti dell’ultimo Consiglio europeo.
POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE (PSDC)
In Europa i bilanci per la difesa sono sottoposti a vincoli che limitano la capacità di sviluppare, dispiegare e sostenere le capacità militari. La frammentazione dei mercati europei della difesa compromette la sostenibilità e la competitività dell’industria europea della difesa e della sicurezza.
L’UE e i suoi Stati membri devono assumere maggiori responsabilità per rispondere a tali sfide se vogliono contribuire a mantenere la pace e la sicurezza tramite la PSDC insieme ai partner chiave quali le Nazioni Unite e la NATO.
Il Consiglio europeo assume il forte impegno di sviluppare ulteriormente una PSDC credibile ed efficace in conformità con il Trattato di Lisbona, e spinge per una base industriale e tecnologica
di difesa europea (EDITB) più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva.
Si individua, in particolare, una serie di azioni prioritarie costruite intorno a tre assi: aumentare l’efficacia, la visibilità e l’impatto della PSDC; potenziare lo sviluppo delle capacità; rafforzare l’industria europea della difesa.
Il personale spiegato attualmente dall’Unione attraverso la PSDC supera le 7000 unità, in dodici
missioni civili e quattro operazioni militari. L’Unione europea e i suoi Stati membri possono
portare sulla scena internazionale il loro approccio globaleovvero la capacità unica di associare, in modo coerente, politiche e strumenti in ambiti che vanno dalla diplomazia, dalla sicurezza e dalla difesa alla finanza, agli scambi commerciali, allo sviluppo e alla giustizia.
L’UE e i suoi Stati membri devono essere in grado di pianificare e spiegare con rapidità ed efficacia i mezzi civili e militari adeguati. Il Consiglio europeo evidenzia la necessità di migliorare le capacità di risposta rapida dell’UE. Per far fronte alle nuove sfide, il Consiglio europeo chiede:
- un quadro strategico UE in materia di ciberdifesa nel 2014, basato su una proposta dell’Alto rappresentante, in cooperazione con la Commissione e l’Agenzia europea per la difesa;
- una strategia per la sicurezza marittima dell’UE entro il giugno 2014, sulla base di una comunicazione congiunta della Commissione e dell’Alto rappresentante,
- maggiori sinergie fra la PSDC e gli attori dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia al fine di affrontare questioni orizzontali come migrazione clandestina, criminalità organizzata e terrorismo;
- progressi nello sviluppo del sostegno della PSDC a favore di regioni e paesi terzi al fine di aiutarli a migliorare la gestione delle frontiere;
- l’ulteriore rafforzamento della cooperazione al fine di affrontare le sfide della sicurezza energetica.
Il Consiglio europeo mantiene il suo impegno ad ovviare alle carenze critiche attraverso progetti concreti degli Stati membri, sostenuti dall’Agenzia europea per la difesa, con particolare riferimento a:
- sviluppo di sistemi aerei a pilotaggio remoto (RPAS) nel periodo 2020-2025, con finanziamenti adeguati a partire dal 2014 per le attività di R&S;
- sviluppo della capacità di rifornimento in volo (capacità multiruolo di trasporto e rifornimento);
- comunicazione satellitare;
- ciberdifesa.
Per promuovere una cooperazione più sistematica e a lungo termine il Consiglio europeo invita l’alto rappresentante e l’Agenzia europea per la difesa a presentare un quadro politico adeguato entro la fine del 2014 in piena coerenza con i processi di pianificazione esistenti della NATO.
L’Europa ha bisogno di una base industriale e tecnologica di difesa (EDTIB) più integrata,
sostenibile, innovativa e competitiva per sviluppare e sostenere le capacità di difesa. Il Consiglio europeo accoglie con favore la comunicazione della Commissione intitolata “Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente”, al fine di aprire il mercato ai subappaltatori di tutta Europa, assicurare economie di scala e consentire una migliore circolazione dei prodotti della difesa. Per garantire la competitività a lungo termine dell’industria europea della difesa ed assicurare le moderne capacità richieste, è essenziale mantenere competenze in materia di ricerca e tecnologia (R&T) nel settore della difesa, specie con riferimento alle tecnologie critiche di difesa. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad aumentare gli investimenti in programmi di ricerca cooperativi, in particolare gli investimenti collaborativi, e a massimizzare le sinergie tra ricerca nazionale e UE. Il Consiglio europeo si compiace dell’intenzione della Commissione di valutare in che modo i risultati ottenuti nell’ambito di Orizzonte 2020possano andare anche a vantaggio delle capacità industriali nel settore della difesa e della sicurezza. Invita la Commissione e l’Agenzia europea per la difesa a collaborare strettamente con gli Stati membri al fine di elaborare proposte volte a stimolare ulteriormente la ricerca a duplice uso. Sarà definita un’azione preparatoria sulla ricerca connessa alla PSDC, cercando nel contempo – per quanto possibile – sinergie con programmi di ricerca nazionali.
Lo sviluppo di norme e procedure di certificazione per il materiale di difesa riduce i costi, armonizza la domanda e rafforza l’interoperabilità.
Le PMI sono un elemento importante della catena di approvvigionamento della difesa, fonte di innovazione e fattori chiave per la competitività. Il Consiglio europeo invita, a tal proposito, la Commissione a vagliare la possibilità di misure supplementari che aprano le catene di approvvigionamento alle PMI di tutti gli Stati membri. Riveste importanza essenziale anche il sostegno alle reti regionali di PMI e ai cluster strategici.
Il Consiglio europeo accoglie con favore la recente adozione, nell’ambito dell’Agenzia europea per la difesa, di un accordo quadro potenziato sulla sicurezza dell’approvvigionamento.
Il Consiglio europeo valuterà i progressi concreti su tutte le suddette questioni nel giugno 2015 e fornirà ulteriori orientamenti sulla base di una relazione del Consiglio fondata su contributi della
Commissione, dell’alto rappresentante e dell’Agenzia europea per la difesa.
POLITICA ECONOMICA E SOCIALE
Il Consiglio europeo riconosce che, sebbene la ripresa economica sia ancora modesta, non uniforme e fragile, le prospettive economiche stanno diventando gradualmente più positive. La disoccupazione si è stabilizzata, anche se a livelli inaccettabilmente elevati. Nel 2014 e 2015 la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro saranno sostenute da un’attuazione decisa e ambiziosa delle politiche concordate.
Gli Stati membri e l’Unione europea continueranno ad agire in modo determinato per promuovere la crescita sostenibile, l’occupazione e la competitività in conformità alle cinque priorità indicate nell’analisi annuale della crescita.
L’analisi annuale della crescita individua settori in cui si pongono sfide importanti ed è necessario compiere ulteriori progressi. È opportuno prestare un’attenzione specifica al rafforzamento del funzionamento e della flessibilità del mercato unico di prodotti e servizi, al miglioramento del clima imprenditoriale e all’ulteriore risanamento dei bilanci delle banche al fine di affrontare la frammentazione finanziaria e di ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia.
Azioni prioritarie sono:
- rafforzare la competitività,
- sostenere la creazione di posti di lavoro e combattere la disoccupazione, in particolare la disoccupazione giovanile anche tramite la piena attuazione della garanzia per i giovani,
- dare seguito a riforme del funzionamento del mercato del lavoro.
Le politiche devono puntare, in particolare, a:
- rafforzare gli incentivi, fiscali e di altro tipo, alla creazione di posti di lavoro, anche alleggerendo il carico fiscale sul lavoro;
- allungare la vita lavorativa, aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, accelerare l’attuazione di misure attive per il mercato del lavoro e continuare a modernizzare i sistemi di istruzione e formazione, apprendimento lungo tutto l’arco della vita e formazione professionale compresi;
- assicurare che il costo del lavoro evolva in funzione di incrementi della produttività;
- affrontare il divario tra domanda e offerta di competenze;
- accrescere la mobilità della forza lavoro;
- favorire l’innovazione e generare incrementi di produttività.
Il patto per la crescita e l’occupazione approvato nel giugno 2012 resta uno dei principali strumenti dell’UE per rilanciare la crescita, gli investimenti e l’occupazione e rendere l’Europa più competitiva.
Il Consiglio europeo si compiace dell’adozione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e dei programmi finanziari connessi a sostegno della realizzazione della strategia Europa 2020.
Il Consiglio europeo invita gli Stati membri che non hanno ancora presentato piani di attuazione
della garanzia per i giovani a provvedervi senza indugio. Ricorda il suo impegno a rendere pienamente operatival’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile entro il gennaio 2014.
Il Consiglio europeo si compiace dell’attuazione dell’aumento di capitale della BEI che consente alla banca di aumentare l’erogazione di prestiti in tutta l’UE del 38%. Accoglie altresì con favore il sostegno da parte del gruppo BEI, per un importo pari a 23,1 miliardi di EUR nel 2013, a favore delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione in tutta l’UE a 28. In linea con le conclusioni dell’ottobre 2013, il Consiglio europeo ribadisce l’invito ad avviare l’iniziativa per le PMI nel gennaio 2014.
Chiede quindi, agli Stati membri che partecipano all’iniziativa per le PMI di informare la Commissione e la BEI in merito ai loro contributi entro la fine dell’anno.
In questo contesto, accoglie con favore il nuovo mandato della BEI al Fondo europeo per gli investimenti (FEI) per un importo fino a 4 miliardi di EUR e chiede alla Commissione e alla BEI di rafforzare ulteriormente la capacità del FEI tramite un aumento del suo capitale con l’obiettivo di giungere a un accordo finale entro il maggio 2014.
Il Consiglio europeo chiede sforzi più intensi per quanto riguarda, in particolare, la rapida
adozione dei rimanenti atti legislativi nel quadro dell’Atto per il mercato unico I e II e la celere
attuazione delle misure da essi previste. Chiede specificamente ai colegislatori di giungere
rapidamente a un accordo sulle ultime due proposte legislative ancora in sospeso nel quadro
dell’atto per il mercato unico I (“distacco dei lavoratori ” e “identificazione elettronica”).
Il Consiglio europeo chiede altresì di intraprendere ulteriori azioni per ridurre l’onere normativo attraverso l’attuazione e l’ulteriore sviluppo del programma REFIT e attende con interesse l’approvazione di ulteriori iniziative in tal senso nella riunione di giugno.
Basandosi sull’impulso verso una maggiore trasparenza nelle questioni fiscali, il Consiglio europeo chiede al Consiglio di raggiungere un accordo politico all’unanimità sulla direttiva relativa alla cooperazione amministrativa all’inizio del 2014. Invita ad accelerare i negoziati con i paesi terzi europei e chiede alla Commissione di presentare una relazione sullo stato di avanzamento nella riunione di marzo. La direttiva riveduta sulla tassazione dei redditi da risparmio sarà quindi adottata entro marzo 2014.
UNIONE ECONOMICA E MONETARIA
Dalla presentazione della relazione “Verso un’autentica Unione economica e monetaria” sono proseguiti i lavori sui quattro elementi costitutivi per rafforzare l’architettura dell’Unione economica e monetaria (UEM). Il Consiglio europeo ha incentrato le discussioni sull’unione bancaria ed economica.
Il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo finale raggiunto dai legislatori in merito alla direttiva sul sistema di garanzia dei depositi e alla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario. Si compiace, inoltre, dell’orientamento generale e delle conclusioni specifiche sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi cui è pervenuto il Consiglio.
Il Consiglio europeo chiede ai legislatori di adottare il meccanismo unico di risoluzione delle crisi prima della fine dell’attuale legislatura.
La strategia Europa 2020 e il semestre europeocostituiscono un processo integrato di coordinamento delle politiche inteso a promuovere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa. Nella zona euro il coordinamento delle politiche economiche deve essere ulteriormente rafforzato per assicurare sia la convergenza all’interno dell’UEM sia livelli più elevati di crescita
sostenibile. Partenariati basati su un sistema di accordi contrattuali reciprocamente concertati e meccanismi di solidarietà correlati contribuirebbero a facilitare e sostenere politiche costruttive prima che i paesi subiscano difficoltà economiche gravi.
Il sistema sarebbe incorporato nel semestre europeo, aperto agli Stati membri che non appartengono alla zona euro e pienamente compatibile con il mercato unico sotto tutti gli aspetti. Si applicherebbe a tutti gli Stati membri della zona euro, ad eccezione di quelli soggetti a programmi di aggiustamento macroeconomico.
Gli accordi contrattuali reciprocamente concertatiriguarderebbero un’ampia gamma di politiche e misure a favore della crescita e dell’occupazione, compresi i risultati conseguiti dai mercati del lavoro e dei prodotti, l’efficienza del settore pubblico, nonché la ricerca e l’innovazione, l’istruzione e la formazione professionale, l’occupazione e l’inclusionesociale.
Caratteristiche principali degli Accordi contrattuali reciprocamente concertati:
- configurano un impegno “endogeno” di partenariato tra gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio. Il Programma nazionale di riforma presentato da ciascuno Stato membro nel contesto del semestre europeo costituirà la base degli accordi contrattuali reciprocamente concertati, tenendo conto altresì delle raccomandazioni specifiche per paese;
- saranno calibrati sui bisogni di ogni singolo Stato membro e saranno incentrati su un piccolo numero di leve essenziali per la crescita sostenibile, la competitività e la creazione di posti di lavoro;
- assicurano la piena titolarità nazionale mediante l’opportuno coinvolgimento dei parlamenti nazionali, delle parti sociali e degli altri soggetti interessati;
- una volta discussi e reciprocamente concordati con la Commissione, saranno sottoposti al Consiglio per l’approvazione;
- saranno accompagnati da meccanismi di solidarietà (ad es. prestiti, sovvenzioni, garanzie) ancora da elaborare, ma senza alcuna incidenza sul quadro finanziario pluriennale e rispettando la sovranità di bilancio degli Stati membri.
Il Consiglio europeo invita il suo Presidente, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione europea, a lavorare sui Partenariati e a riferire al Consiglio europeo nella riunione dell’ottobre del 2014 nella prospettiva di giungere a un accordo complessivo.
FLUSSI MIGRATORI
Il Consiglio europeo ha discusso la relazione della presidenza sui lavori della task force “Mediterraneo” a seguito delle tragedie avvenute di recente al largo della costa di Lampedusa.
Lo stesso accoglie con favore la comunicazione della Commissione che delinea trentotto azioni operative.
Il Consiglio europeo ribadisce l’importanza che attribuisce al reinsediamento delle persone che
necessitano di protezione e al fatto di contribuire alle iniziative globali in questo campo.
Chiede altresì il rafforzamento delle operazioni di sorveglianza delle frontiere e delle attività
di lotta contro la tratta e il traffico di esseri umani svolte da FRONTEX, nonché di assicurare
che si dimostri la dovuta solidarietà a tutti gli Stati membri sottoposti a una forte pressione
migratoria.
Il Consiglio europeo ritornerà sulla questione dell’asilo e della migrazione in una prospettiva più ampia e più a lungo termine nel giugno del 2014, quando saranno definiti orientamenti strategici per
l’ulteriore programmazione legislativa ed operativa nello spazio di libertà, sicurezza e
giustizia.
ALLARGAMENTO E PROCESSO DI STABILIZZAZIONE E DI ASSOCIAZIONE
Il Consiglio europeo accoglie con favore e approva le conclusioni sull’allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione adottate dal Consiglio del 17 dicembre 2013.
RELAZIONI ESTERNE
Il Consiglio europeo si compiace dell’esito positivo della nona conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio svoltasi a Bali. In particolare, il nuovo accordo sull’agevolazione degli scambi apporterà benefici significativi a tutti i membri dell’OMC e stimolerà la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. Ribadisce altresì il suo sostegno al sistema commerciale multilaterale e auspica un’ulteriore accelerazione dei negoziati in vista della conclusione del ciclo di Doha.
Il Consiglio europeo conferma l’impegno dell’UE a sollecitare l’accesso umanitario in Siria per assistere chi necessita di aiuto e a mobilitare finanziamenti adeguati sulla base di una strategia
di assistenza globale e chiede ulteriori misure per migliorare l’efficacia del sostegno dell’UE. Lo stesso esprime, inoltre, preoccupazione per la crisi della Repubblica Centrafricana.
Il Consiglio europeo accoglie con favore la sigla, da parte della Georgia e della Repubblica
moldova, degli accordi di associazione, anche in relazione alle zone di libero scambio globale
e approfondito, in occasione del vertice del partenariato orientale tenutosi a Vilnius il 28-29
novembre. Ribadisce la disponibilità dell’Unione europea a firmare tali accordi quanto prima
e non oltre la fine di agosto del 2014.
L’Unione europea rimane disposta a firmare l’accordo di associazione con l’Ucraina, anche in
relazione alla zona di libero scambio globale e approfondito, non appena l’Ucraina sarà
pronta. Il Consiglio europeo chiede di dar prova di moderazione, di rispettare i diritti umani e
fondamentali e di trovare una soluzione democratica alla crisi politica in Ucraina che sia
all’altezza delle aspirazioni del popolo ucraino.
Energia
Il Consiglio europeo accoglie con favore le relazioni del Consiglio sull’attuazione del mercato interno dell’energia e sulle relazioni esterne in materia di energia. In tale contesto sottolinea
l’esigenza di interventi rapidi che attuino gli orientamenti definiti dal Consiglio europeo nel
maggio del 2013, compresa l’intensificazione dei lavori sulle interconnessioni elettriche tra gli
Stati membri. Il Consiglio europeo ritornerà sulla questione della politica energetica nella
riunione di marzo 2014.
Strategia dell’UE per la regione alpina
Ricordando le conclusioni del giugno 2011 e le conclusioni del Consiglio dell’ottobre 2013 sul valore aggiunto delle strategie macroregionali, il Consiglio europeo invita la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, ad elaborare una strategia dell’UE per la regione alpina entro giugno 2015.
Fonte di documentazione:
Comunicazione in lingua italiana dell’esito del Consiglio europeo del 19-20 Dicembre 2013, disponibile in versione integrale sul sito del Ministro per le Politiche Comunitarie
Accordo di partenariato 2014-2020: pronta la bozza del Governo sui nuovi fondi strutturali europei
StandardIl Ministro per la Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, ha illustrato oggi alla stampa i contenuti della bozza di Accordo di partenariato per la nuova programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020.
Si tratta di un documento essenziale per l’avvio del nuovo ciclo. Esso contiene, infatti, l’impianto strategico e la selezione degli obiettivi tematici su cui si concentreranno gli interventi.
La bozza in versione integrale, assieme alle slide presentate alla stampa, è disponibile sul sito del Ministro per la Coesione Territoriale
Di seguito è disponibile una sintesi della bozza in Slideshare: