Garanzia Giovani: prevista per marzo 2014 la partenza del nuovo piano nazionale

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Il nuovo governo è chiamato, anche in considerazione degli allarmanti dati statistici sulla disoccupazione giovanile, soprattutto al Sud, a dare applicazione al Piano Nazionale Garanzia Giovani su cui si era impegnato il precedente governo.

Tra i destinatari delle nuove misure, spiccano i NEET – Not (engaged) in education employment training, ovvero i giovani che non lavorano ne’ studiano.

Principali interventi previsti:

– i giovani fra i 15 e i 24/29 anni, disoccupati o che hanno appena terminato gli studi, che si registreranno presso i servizi provinciali per l’impiego riceveranno entro 4 mesi una offerta di lavoro o di prosecuzione studi o di apprendistato/tirocinio;

– incentivare le nuove assunzioni integrando le risorse gia’ previste dal pacchetto Giovannini;

– sconto contributivo per apprendistato;

– servizio civile;

– stage da 500 euro mensili.

Obiettivo previsto: supportare 900.000 giovani (un terzo in Campania e Sicilia).

Risorse disponibili: 567 miliardi da Garanzia Giovani, idem da FSE e 40% cofinanziamento nazionale.

Ulteriori informazioni sul Piano Garanzia Giovani:
www.lavoro.gov.it/Priorita/Pages/Giovani.aspx

FONTE Sole 24 Ore del 1/03/2014

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Unione bancaria e di difesa e sostegno ai giovani: conclusioni del Consiglio Europeo del 19/20 Dicembre 2013

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Abstract

Per la prima volta dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Consiglio europeo ha tenuto un dibattito tematico sulla difesa, individuando azioni prioritarie per una cooperazione più forte. Il dibattito è stato preceduto da una riunione con il segretario generale della NATO, che ha esposto la sua valutazione delle sfide attuali e future in materia di sicurezza.

Il Consiglio europeo ha, poi, espresso compiacimento per l’orientamento generale raggiunto dal Consiglio sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi, che costituirà una pietra angolare dell’unione bancaria, ed ha esaminato la situazione economica e i progressi realizzati nell’attuazione del patto per la crescita, l’occupazione e la competitività, individuando le caratteristiche principali dei Partenariati per la crescita, l’occupazione e la competitività a sostegno delle riforme strutturali, nella prospettiva di concludere le discussioni al riguardo entro ottobre 2014.

Di seguito sono sintetizzati i principali esiti dell’ultimo Consiglio europeo.


POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE (PSDC)

In Europa i bilanci per la difesa sono sottoposti a vincoli che limitano la capacità di sviluppare, dispiegare e sostenere le capacità militari. La frammentazione dei mercati europei della difesa compromette la sostenibilità e la competitività dell’industria europea della difesa e della sicurezza.

L’UE e i suoi Stati membri devono assumere maggiori responsabilità per rispondere a tali sfide se vogliono contribuire a mantenere la pace e la sicurezza tramite la PSDC insieme ai partner chiave quali le Nazioni Unite e la NATO.

Il Consiglio europeo assume il forte impegno di sviluppare ulteriormente una PSDC credibile ed efficace in conformità con il Trattato di Lisbona, e spinge per una base industriale e tecnologica
di difesa europea (EDITB) più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva.

Si individua, in particolare, una serie di azioni prioritarie costruite intorno a tre assi: aumentare l’efficacia, la visibilità e l’impatto della PSDC; potenziare lo sviluppo delle capacità; rafforzare l’industria europea della difesa.

Il personale spiegato attualmente dall’Unione attraverso la PSDC supera le 7000 unità, in dodici
missioni civili e quattro operazioni militari. L’Unione europea e i suoi Stati membri possono
portare sulla scena internazionale il loro approccio globaleovvero la capacità unica di associare, in modo coerente, politiche e strumenti in ambiti che vanno dalla diplomazia, dalla sicurezza e dalla difesa alla finanza, agli scambi commerciali, allo sviluppo e alla giustizia.

L’UE e i suoi Stati membri devono essere in grado di pianificare e spiegare con rapidità ed efficacia i mezzi civili e militari adeguati. Il Consiglio europeo evidenzia la necessità di migliorare le capacità di risposta rapida dell’UE. Per far fronte alle nuove sfide, il Consiglio europeo chiede:

  • un quadro strategico UE in materia di ciberdifesa nel 2014, basato su una proposta dell’Alto rappresentante, in cooperazione con la Commissione e l’Agenzia europea per la difesa;
  • una strategia per la sicurezza marittima dell’UE entro il giugno 2014, sulla base di una comunicazione congiunta della Commissione e dell’Alto rappresentante,
  • maggiori sinergie fra la PSDC e gli attori dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia al fine di affrontare questioni orizzontali come migrazione clandestina, criminalità organizzata e terrorismo;
  • progressi nello sviluppo del sostegno della PSDC a favore di regioni e paesi terzi al fine di aiutarli a migliorare la gestione delle frontiere;
  • l’ulteriore rafforzamento della cooperazione al fine di affrontare le sfide della sicurezza energetica.

Il Consiglio europeo mantiene il suo impegno ad ovviare alle carenze critiche attraverso progetti concreti degli Stati membri, sostenuti dall’Agenzia europea per la difesa, con particolare riferimento a:

  • sviluppo di sistemi aerei a pilotaggio remoto (RPAS) nel periodo 2020-2025, con finanziamenti adeguati a partire dal 2014 per le attività di R&S;
  • sviluppo della capacità di rifornimento in volo (capacità multiruolo di trasporto e rifornimento);
  • comunicazione satellitare;
  • ciberdifesa.

Per promuovere una cooperazione più sistematica e a lungo termine il Consiglio europeo invita l’alto rappresentante e l’Agenzia europea per la difesa a presentare un quadro politico adeguato entro la fine del 2014 in piena coerenza con i processi di pianificazione esistenti della NATO.

L’Europa ha bisogno di una base industriale e tecnologica di difesa (EDTIB) più integrata,
sostenibile, innovativa e competitiva per sviluppare e sostenere le capacità di difesa. Il Consiglio europeo accoglie con favore la comunicazione della Commissione intitolata “Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente”, al fine di aprire il mercato ai subappaltatori di tutta Europa, assicurare economie di scala e consentire una migliore circolazione dei prodotti della difesa. Per garantire la competitività a lungo termine dell’industria europea della difesa ed assicurare le moderne capacità richieste, è essenziale mantenere competenze in materia di ricerca e tecnologia (R&T) nel settore della difesa, specie con riferimento alle tecnologie critiche di difesa. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad aumentare gli investimenti in programmi di ricerca cooperativi, in particolare gli investimenti collaborativi, e a massimizzare le sinergie tra ricerca nazionale e UE. Il Consiglio europeo si compiace dell’intenzione della Commissione di valutare in che modo i risultati ottenuti nell’ambito di Orizzonte 2020possano andare anche a vantaggio delle capacità industriali nel settore della difesa e della sicurezza. Invita la Commissione e l’Agenzia europea per la difesa a collaborare strettamente con gli Stati membri al fine di elaborare proposte volte a stimolare ulteriormente la ricerca a duplice uso. Sarà definita un’azione preparatoria sulla ricerca connessa alla PSDC, cercando nel contempo – per quanto possibile – sinergie con programmi di ricerca nazionali.

Lo sviluppo di norme e procedure di certificazione per il materiale di difesa riduce i costi, armonizza la domanda e rafforza l’interoperabilità.

Le PMI sono un elemento importante della catena di approvvigionamento della difesa, fonte di innovazione e fattori chiave per la competitività. Il Consiglio europeo invita, a tal proposito, la Commissione a vagliare la possibilità di misure supplementari che aprano le catene di approvvigionamento alle PMI di tutti gli Stati membri. Riveste importanza essenziale anche il sostegno alle reti regionali di PMI e ai cluster strategici.

Il Consiglio europeo accoglie con favore la recente adozione, nell’ambito dell’Agenzia europea per la difesa, di un accordo quadro potenziato sulla sicurezza dell’approvvigionamento.

Il Consiglio europeo valuterà i progressi concreti su tutte le suddette questioni nel giugno 2015 e fornirà ulteriori orientamenti sulla base di una relazione del Consiglio fondata su contributi della
Commissione, dell’alto rappresentante e dell’Agenzia europea per la difesa.

POLITICA ECONOMICA E SOCIALE

Il Consiglio europeo riconosce che, sebbene la ripresa economica sia ancora modesta, non uniforme e fragile, le prospettive economiche stanno diventando gradualmente più positive. La disoccupazione si è stabilizzata, anche se a livelli inaccettabilmente elevati. Nel 2014 e 2015 la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro saranno sostenute da un’attuazione decisa e ambiziosa delle politiche concordate.

Gli Stati membri e l’Unione europea continueranno ad agire in modo determinato per promuovere la crescita sostenibile, l’occupazione e la competitività in conformità alle cinque priorità indicate nell’analisi annuale della crescita.

L’analisi annuale della crescita individua settori in cui si pongono sfide importanti ed è necessario compiere ulteriori progressi. È opportuno prestare un’attenzione specifica al rafforzamento del funzionamento e della flessibilità del mercato unico di prodotti e servizi, al miglioramento del clima imprenditoriale e all’ulteriore risanamento dei bilanci delle banche al fine di affrontare la frammentazione finanziaria e di ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia.

Azioni prioritarie sono:

  • rafforzare la competitività,
  • sostenere la creazione di posti di lavoro e combattere la disoccupazione, in particolare la disoccupazione giovanile anche tramite la piena attuazione della garanzia per i giovani,
  • dare seguito a riforme del funzionamento del mercato del lavoro.

Le politiche devono puntare, in particolare, a:

  • rafforzare gli incentivi, fiscali e di altro tipo, alla creazione di posti di lavoro, anche alleggerendo il carico fiscale sul lavoro;
  • allungare la vita lavorativa, aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, accelerare l’attuazione di misure attive per il mercato del lavoro e continuare a modernizzare i sistemi di istruzione e formazione, apprendimento lungo tutto l’arco della vita e formazione professionale compresi;
  • assicurare che il costo del lavoro evolva in funzione di incrementi della produttività;
  • affrontare il divario tra domanda e offerta di competenze;
  • accrescere la mobilità della forza lavoro;
  • favorire l’innovazione e generare incrementi di produttività.

Il patto per la crescita e l’occupazione approvato nel giugno 2012 resta uno dei principali strumenti dell’UE per rilanciare la crescita, gli investimenti e l’occupazione e rendere l’Europa più competitiva.

Il Consiglio europeo si compiace dell’adozione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e dei programmi finanziari connessi a sostegno della realizzazione della strategia Europa 2020.

Il Consiglio europeo invita gli Stati membri che non hanno ancora presentato piani di attuazione
della garanzia per i giovani a provvedervi senza indugio. Ricorda il suo impegno a rendere pienamente operatival’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile entro il gennaio 2014.

Il Consiglio europeo si compiace dell’attuazione dell’aumento di capitale della BEI che consente alla banca di aumentare l’erogazione di prestiti in tutta l’UE del 38%. Accoglie altresì con favore il sostegno da parte del gruppo BEI, per un importo pari a 23,1 miliardi di EUR nel 2013, a favore delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione in tutta l’UE a 28. In linea con le conclusioni dell’ottobre 2013, il Consiglio europeo ribadisce l’invito ad avviare l’iniziativa per le PMI nel gennaio 2014.
Chiede quindi, agli Stati membri che partecipano all’iniziativa per le PMI di informare la Commissione e la BEI in merito ai loro contributi entro la fine dell’anno.

In questo contesto, accoglie con favore il nuovo mandato della BEI al Fondo europeo per gli investimenti (FEI) per un importo fino a 4 miliardi di EUR e chiede alla Commissione e alla BEI di rafforzare ulteriormente la capacità del FEI tramite un aumento del suo capitale con l’obiettivo di giungere a un accordo finale entro il maggio 2014.

Il Consiglio europeo chiede sforzi più intensi per quanto riguarda, in particolare, la rapida
adozione dei rimanenti atti legislativi nel quadro dell’Atto per il mercato unico I e II e la celere
attuazione delle misure da essi previste. Chiede specificamente ai colegislatori di giungere
rapidamente a un accordo sulle ultime due proposte legislative ancora in sospeso nel quadro
dell’atto per il mercato unico I (“distacco dei lavoratori ” e “identificazione elettronica”).

Il Consiglio europeo chiede altresì di intraprendere ulteriori azioni per ridurre l’onere normativo attraverso l’attuazione e l’ulteriore sviluppo del programma REFIT e attende con interesse l’approvazione di ulteriori iniziative in tal senso nella riunione di giugno.

Basandosi sull’impulso verso una maggiore trasparenza nelle questioni fiscali, il Consiglio europeo chiede al Consiglio di raggiungere un accordo politico all’unanimità sulla direttiva relativa alla cooperazione amministrativa all’inizio del 2014. Invita ad accelerare i negoziati con i paesi terzi europei e chiede alla Commissione di presentare una relazione sullo stato di avanzamento nella riunione di marzo. La direttiva riveduta sulla tassazione dei redditi da risparmio sarà quindi adottata entro marzo 2014.


UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

Dalla presentazione della relazione “Verso un’autentica Unione economica e monetaria” sono proseguiti i lavori sui quattro elementi costitutivi per rafforzare l’architettura dell’Unione economica e monetaria (UEM). Il Consiglio europeo ha incentrato le discussioni sull’unione bancaria ed economica.

Il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo finale raggiunto dai legislatori in merito alla direttiva sul sistema di garanzia dei depositi e alla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario. Si compiace, inoltre, dell’orientamento generale e delle conclusioni specifiche sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi cui è pervenuto il Consiglio.

Il Consiglio europeo chiede ai legislatori di adottare il meccanismo unico di risoluzione delle crisi prima della fine dell’attuale legislatura.

La strategia Europa 2020 e il semestre europeocostituiscono un processo integrato di coordinamento delle politiche inteso a promuovere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa. Nella zona euro il coordinamento delle politiche economiche deve essere ulteriormente rafforzato per assicurare sia la convergenza all’interno dell’UEM sia livelli più elevati di crescita
sostenibile. Partenariati basati su un sistema di accordi contrattuali reciprocamente concertati e meccanismi di solidarietà correlati contribuirebbero a facilitare e sostenere politiche costruttive prima che i paesi subiscano difficoltà economiche gravi.

Il sistema sarebbe incorporato nel semestre europeo, aperto agli Stati membri che non appartengono alla zona euro e pienamente compatibile con il mercato unico sotto tutti gli aspetti. Si applicherebbe a tutti gli Stati membri della zona euro, ad eccezione di quelli soggetti a programmi di aggiustamento macroeconomico.

Gli accordi contrattuali reciprocamente concertatiriguarderebbero un’ampia gamma di politiche e misure a favore della crescita e dell’occupazione, compresi i risultati conseguiti dai mercati del lavoro e dei prodotti, l’efficienza del settore pubblico, nonché la ricerca e l’innovazione, l’istruzione e la formazione professionale, l’occupazione e l’inclusionesociale.

Caratteristiche principali degli Accordi contrattuali reciprocamente concertati:

  • configurano un impegno “endogeno” di partenariato tra gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio. Il Programma nazionale di riforma presentato da ciascuno Stato membro nel contesto del semestre europeo costituirà la base degli accordi contrattuali reciprocamente concertati, tenendo conto altresì delle raccomandazioni specifiche per paese;
  • saranno calibrati sui bisogni di ogni singolo Stato membro e saranno incentrati su un piccolo numero di leve essenziali per la crescita sostenibile, la competitività e la creazione di posti di lavoro;
  • assicurano la piena titolarità nazionale mediante l’opportuno coinvolgimento dei parlamenti nazionali, delle parti sociali e degli altri soggetti interessati;
  • una volta discussi e reciprocamente concordati con la Commissione, saranno sottoposti al Consiglio per l’approvazione;
  • saranno accompagnati da meccanismi di solidarietà (ad es. prestiti, sovvenzioni, garanzie) ancora da elaborare, ma senza alcuna incidenza sul quadro finanziario pluriennale e rispettando la sovranità di bilancio degli Stati membri.

Il Consiglio europeo invita il suo Presidente, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione europea, a lavorare sui Partenariati e a riferire al Consiglio europeo nella riunione dell’ottobre del 2014 nella prospettiva di giungere a un accordo complessivo.

FLUSSI MIGRATORI

Il Consiglio europeo ha discusso la relazione della presidenza sui lavori della task force “Mediterraneo” a seguito delle tragedie avvenute di recente al largo della costa di Lampedusa.
Lo stesso accoglie con favore la comunicazione della Commissione che delinea trentotto azioni operative.
Il Consiglio europeo ribadisce l’importanza che attribuisce al reinsediamento delle persone che
necessitano di protezione e al fatto di contribuire alle iniziative globali in questo campo.

Chiede altresì il rafforzamento delle operazioni di sorveglianza delle frontiere e delle attività
di lotta contro la tratta e il traffico di esseri umani svolte da FRONTEX, nonché di assicurare
che si dimostri la dovuta solidarietà a tutti gli Stati membri sottoposti a una forte pressione
migratoria.

Il Consiglio europeo ritornerà sulla questione dell’asilo e della migrazione in una prospettiva più ampia e più a lungo termine nel giugno del 2014, quando saranno definiti orientamenti strategici per
l’ulteriore programmazione legislativa ed operativa nello spazio di libertà, sicurezza e
giustizia.

ALLARGAMENTO E PROCESSO DI STABILIZZAZIONE E DI ASSOCIAZIONE

Il Consiglio europeo accoglie con favore e approva le conclusioni sull’allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione adottate dal Consiglio del 17 dicembre 2013.

RELAZIONI ESTERNE

Il Consiglio europeo si compiace dell’esito positivo della nona conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio svoltasi a Bali. In particolare, il nuovo accordo sull’agevolazione degli scambi apporterà benefici significativi a tutti i membri dell’OMC e stimolerà la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. Ribadisce altresì il suo sostegno al sistema commerciale multilaterale e auspica un’ulteriore accelerazione dei negoziati in vista della conclusione del ciclo di Doha.

Il Consiglio europeo conferma l’impegno dell’UE a sollecitare l’accesso umanitario in Siria per assistere chi necessita di aiuto e a mobilitare finanziamenti adeguati sulla base di una strategia
di assistenza globale e chiede ulteriori misure per migliorare l’efficacia del sostegno dell’UE. Lo stesso esprime, inoltre, preoccupazione per la crisi della Repubblica Centrafricana.

Il Consiglio europeo accoglie con favore la sigla, da parte della Georgia e della Repubblica
moldova, degli accordi di associazione, anche in relazione alle zone di libero scambio globale
e approfondito, in occasione del vertice del partenariato orientale tenutosi a Vilnius il 28-29
novembre. Ribadisce la disponibilità dell’Unione europea a firmare tali accordi quanto prima
e non oltre la fine di agosto del 2014.

L’Unione europea rimane disposta a firmare l’accordo di associazione con l’Ucraina, anche in
relazione alla zona di libero scambio globale e approfondito, non appena l’Ucraina sarà
pronta. Il Consiglio europeo chiede di dar prova di moderazione, di rispettare i diritti umani e
fondamentali e di trovare una soluzione democratica alla crisi politica in Ucraina che sia
all’altezza delle aspirazioni del popolo ucraino.


Energia

Il Consiglio europeo accoglie con favore le relazioni del Consiglio sull’attuazione del mercato interno dell’energia e sulle relazioni esterne in materia di energia. In tale contesto sottolinea
l’esigenza di interventi rapidi che attuino gli orientamenti definiti dal Consiglio europeo nel
maggio del 2013, compresa l’intensificazione dei lavori sulle interconnessioni elettriche tra gli
Stati membri. Il Consiglio europeo ritornerà sulla questione della politica energetica nella
riunione di marzo 2014.

Strategia dell’UE per la regione alpina

Ricordando le conclusioni del giugno 2011 e le conclusioni del Consiglio dell’ottobre 2013 sul valore aggiunto delle strategie macroregionali, il Consiglio europeo invita la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, ad elaborare una strategia dell’UE per la regione alpina entro giugno 2015.

Fonte di documentazione:
Comunicazione in lingua italiana dell’esito del Consiglio europeo del 19-20 Dicembre 2013, disponibile in versione integrale sul sito del Ministro per le Politiche Comunitarie

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Comune di Parma: bando per avvio attività commerciali e artigianali nelle strade Bixio e Imbriani – SCADENZA PROROGATA!

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SCADENZA PROROGATA AL 28/02/2014

La Giunta comunale di Parma, come già segnalato da AgevoBLOG, nei prossimi giorni approverà una Delibera d’indirizzo ai fini dell’emanazione di un Avviso pubblico destinato ad incentivare l’avvio di nuove attività che decideranno di aprire i battenti in strada Bixio e via Imbriani, mediante l’utilizzo di locali commerciali sfitti da almeno tre mesi.
La somma di 150.000 euro, derivante da compensazioni per l’apertura di nuove strutture di vendita già previste negli strumenti urbanistici del Comune di Parma, sarà erogata mediante 15 linee contributive a fondo perduto, a copertura di specifiche spese d’investimento, per un importo massimo non superiore a 10.000 euro per ogni singola nuova attività avente diritto.

E’ anche prevista la possibilità di integrazione dell’importo qualora per numero di domande pervenute oppure a seguito dei controlli effettuati, si riscontrassero delle economie di spesa.

Il bando sarà pubblicato entro il 20 novembre, le aziende avranno due mesi di tempo per proporre i loro progetti e i contributi saranno erogati materialmente prima dell’estate.

Destinatari
Nuove imprese e imprese già esistenti (individuali, societarie, ma anche associazioni e/o consorzi/cooperative) che intendono aprire nuove attività avendo già la disponibilità del locale fisico (vuoto da almeno 3 mesi antecedenti l’apertura del bando).
Non potranno essere ammesse le nuove imprese la cui composizione societaria sia in tutto o in parte uguale a quella di imprese già operanti nel comparto, che abbiano cessato l’attività nei sei mesi precedenti l’avviso pubblico.

Spese ammissibili (da sostenere a partire dalla data di pubblicazione del bando)
– Opere murarie e assimilate (ristrutturazione);
– Acquisto di impianti, macchinari ed attrezzature (comprese quelle informatiche e gli arredi);
– Misure concrete per l’incremento del livello di sicurezza nei luoghi di lavoro, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per l’introduzione o il potenziamento di sistemi di qualità ambientale;
– Servizi di consulenza e assistenza connessi alle spese d’investimento.

Regime di aiuto
De minimis

Esclusioni
Attività di produzione/commercializzazione di bevande e bibite super alcooliche, ad eccezione della vendita di vini e spumanti DOP – DOC – DOCG, birre artigianali e liquori tipici della cultura locale e regionale italiana

Criteri di priorità
– Vendita di articoli sportivi, biciclette, libri, saponi/detersivi biologici, articoli d’arte/antiquariato, generi alimentari da agricoltura biologica freschi o confezionati, carne equina, prodotti ittici freschi, salumi/formaggi tipici, attività artigianali di conservazione e restauro di arredi e complementi, riparazione biciclette, lavorazione di abbigliamento su misura, produzione di paste alimentari, pasticceria, gastronomia, pane ed altri prodotti da forno.
– Promozione della cultura enogastronomica tipica, del commercio equo e solidale e del Made in Italy;
– Contributo alle politiche ambientali, quali ad es. risparmio energetico, adozione di misure per la riduzione dei rifiuti, etc..
– Creazione di imprese a prevalente partecipazione giovanile, immissione o rientro nel mercato del lavoro di inoccupati/disoccupati di lunga durata, provenienza da comparti svantaggiati (aree impattate dall’esecuzione di lavori per la realizzazione di opere pubbliche di particolare importanza).

Tipologia e intensità dell’agevolazione
Contributo a fondo perduto fino a € 10.000, e comunque in misura non superiore al 50% delle spese effettivamente sostenute.

Per ulteriori informazioni visita il sito del Comune di Parma

AGEVOFACILE ti può assistere nella presentazione del tuo progetto (spesa finanziabile dal bando)

Al via il Piano italiano "Garanzia Giovani" nell’ambito della Youth Employment Initiative dell’Unione Europea

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Il Piano per la “Garanzia Giovani” è stato approvato il 30 Ottobre dalla Struttura di Missione istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (DL76/2013), cui partecipano il Ministero e le sue agenzie tecniche, il MIUR, il MISE, l’INPS, il Dipartimento della Gioventù, le Regioni e Province Autonome, le Province, le Camere di Commercio.
Il Piano definisce i principi e i criteri che regoleranno l’attuazione del programma “Garanzia Giovani”, la cui programmazione operativa verrà completata nelle prossime settimane.

Allo scopo di definire interventi efficaci e basati sulle migliori pratiche, il Ministro Giovannini sta incontrando i rappresentanti delle imprese, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni non-profit.

Coerentemente con la Raccomandazione Europea del 22 Aprile 2013, attraverso il Piano per la Garanzia Giovani l’Italia attuerà misure volte ad assicurare che i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni ricevano una formazione adeguata alle loro attitudini e vengano opportunamente sostenuti ed indirizzati verso il mondo del lavoro.

Il Piano italiano sarò rivolto, in particolare, ai giovani sotto i 25 anni che non lavorano e non studiano (NEET). A partire dal 2014 i giovani saranno coinvolti, tra l’altro, in attività di sensibilizzazione, informazione e orientamento fin dalle scuole, verranno rafforzate le azioni nei confronti di coloro che hanno abbandonato, o rischiano di abbandonare, la scuola, verrà garantito un colloquio personalizzato sulle prospettive di studio e di lavoro, non solo dipendente.

Con i fondi europei della Youth Employment Initiative e del Fondo Sociale Europeo saranno poi attivati percorsi di alternanza studio/lavoro, di avviamento al lavoro, di apprendistato, di tirocinio e di auto-imprenditorialità, in un quadro di forte collaborazione tra autorità nazionali, regionali e territoriali.

Approfondisci l’argomento e scarica il testo integrale del Programma Garanzia Giovani sul sito del Ministero del Lavoro

SPINNER finanzia le persone che propongono progetti di innovazione e trasferimento tecnologico in Emilia Romagna

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Scade il 21 novembre 2013 il nuovo bando Spinner, che assegna agevolazioni a persone intenzionate a sviluppare progetti di innovazione per il trasferimento di competenze tecnologiche, creative o organizzativo-manageriali verso il sistema delle imprese regionale.
Possono partecipare i residenti o domiciliati in Emilia-Romagna che siano inoccupati, disoccupati o in cassa integrazione. In particolare, il bando si rivolge a laureandi, laureati, dottorandi e dottori di ricerca, ricercatori, possessori di titoli di formazione post laurea e diplomati con esperienza lavorativa di tipo tecnico e/o gestionale.
Le borse di ricerca messe a disposizione hanno un valore di 1.300 euro al mese e sono destinate a sostenere i beneficiari nella realizzazione delle attività previste dal proprio progetto di innovazione, della durata massima di 4 mesi.

Vai sul sito di Spinner per scaricare il bando integrale


Atipici a chi? Spazio ai giovani precari perché ci salveranno

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Sono anni ormai che vivo la condizione di atipico. Inizialmente non la volevo, puntavo all’assunzione o comunque a far parte stabilmente di una struttura. Credevo di avere, forse ci credo ancora, uno spirito aziendalista: ovvero avrei dedicato volentieri, anche oltre orari prestabiliti, il mio tempo e la mia passione alla “MIA” azienda.
Un approccio “corporate” che, tuttavia, non ho mai avuto il piacere di sperimentare. O meglio, ho sperimentato la passione per il lavoro ma senza alcuna garanzia di stabilizzazione.
Ora non cerco più l’assunzione e per orgoglio ho deciso di mettermi in proprio.
È una giusta decisione? Difficile dirlo.
Ma penso che noi atipici abbiamo, per alcuni aspetti, una marcia in più. Siamo in grado di tenere la barra dritta in condizioni di incertezza, non lasciandoci sopraffare da inutili ansie. Anche se spesso il nostro futuro lavorativo dipende da singole persone che ci firmano il contratto, siamo alla lunga meno paurosi dei dipendenti rispetto a cosa può pensare o dire di noi il nostro capo.
Anche perché non abbiamo un capo ed è bene che ce lo ricordiamo. La nostra permanenza in un luogo di lavoro può dipendere da fattori di bilancio, o da variabili non controllabili – un altro può essere preferito a noi per motivi clientelari – ma in fondo siamo abituati a valorizzare i nostri meriti ed impariamo, per sopravvivere professionalmente, ad avere consapevolezza delle nostre competenze oltreché dei nostri limiti.
Ci adattiamo facilmente alle situazioni più disparate e vantiamo un ammirevole grado di sopportazione delle meschinità, ingiustizie, piccoli cabotaggi per la carriera.
Siamo bravi e meritiamo di più.
Mi spingo oltre: saremo noi il nerbo della ripresa economica, culturale e morale di questo sfortunato Paese.
Forse esagero?
Abbiamo già sacrificato le nostre ambizioni lasciando spazio ad incompetenti e mediocri. Ora è il momento di riconoscersi, mettersi in relazione e rompere gli equilibri consolidati. Nel lavoro, possiamo definitivamente emanciparci dando vita alle nostre idee in qualunque contesto veniamo a trovarci. In fondo è quello che abbiamo sempre fatto quando i vecchi equilibri intergenerazionali reggevano ancora, seppur a scapito nostro.
Le opportunità non sono moltissime, ma proviamo a cogliere quelle disponibili!
L’unione dei cervelli fa la forza: cerchiamo di sviluppare una idea assieme ad altre persone che con noi condividono competenze, esperienze e passioni, o che rappresentano il giusto complemento alle nostre.
In due, tre, quattro persone possiamo avviare una società a responsabilità limitata semplificata, con 1 euro di capitale e nessuna spesa notarile.
Oppure, in presenza di una compagine ampia, creiamo una cooperativa che operi o meno nel sociale.
Anche il singolo ha la possibilità di farsi valere, avviando con pochissima spesa una ditta individuale: volendo proporre servizi professionali, non dovremmo neppure iscriverci al Registro delle imprese. Decidendo di darci da subito una struttura seppur minima, potremmo optare addirittura per la società a responsabilità limitata unipersonale.
Anche da privati dotati di competenze specifiche e di un curriculum accurato possiamo ambire ad una crescente valorizzazione economica pur mantenendo rapporti di collaborazione a progetto. In fiduciosa attesa che una idea, un’occasione o la nostra stessa caparbietà ci cambino la vita.
Dobbiamo rifiutare il falso modello del call center e trasformare la precarietà che ci attanaglia in indispensabilità delle nostre competenze e della nostra presenza seppur non registrata sul cartellino.
Ecco, in conclusione, il vademecum per l’atipico dell’anno 2013:
  • scavare nella propria ricca esperienza formativa e professionale per identificare una o più idee da valorizzare
  • cercare amici o colleghi o persone di fiducia che condividano o integrino o siano disposti a partecipare allo sviluppo della propria idea o di una idea comune
  • proporre loro di costituire una società o associazione o gruppo informale per trasformare l’idea o le idee condivise in progetti ad alta redditività
  • se tale auspicio non si realizzasse, optare senza troppi rimpianti per una attività individuale o per la valorizzazione del proprio curriculum da collaboratore a progetto
  • studiare il mercato di riferimento, nell’accezione più ampia possibile – dal consumatore di prodotti al fruitore di servizi, dalla pubblica amministrazione agli utenti del terzo settore
  • partire senza troppi dubbi né ripensamenti, valorizzando la propria flessibilità e fermezza d’animo accumulate in anni di vergognoso (concedetemelo) precariato