Province non più elettive: il ddl Delrio è legge

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Via libera definitivo della Camera dei Deputati, lo scorso 3 Aprile 2014, alla Legge contenente “Disposizioni su Città metropolitane, Province e Unioni dei Comuni” (cosiddetto ddl Delrio).
Dal 1º gennaio 2015 l’assetto istituzionale degli enti locali italiani sarà completamente rinnovato, con Città metropolitane guidate dai sindaci dei territori, con enti snelli per l’area vasta provinciale ma senza personale politico appositamente eletto e retribuito, incremento di unioni e fusioni dei Comuni e piani di ristrutturazione e dismissione degli enti e delle aziende non funzionali.
Rimarranno, quindi, soltanto due livelli amministrativi a elezione diretta: Regioni e Comuni.
Non si andrà al voto per le Province già dal prossimo 25 maggio 2014.

Le città metropolitane sono 10: saranno immediatamente operative quelle di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, più Roma Capitale con disciplina speciale.
Reggio Calabria diventerà città metropolitana alla scadenza degli organi provinciali 2016.

Lo schema di disegno di legge era stato presentato il 26 luglio 2013 dal Governo Letta: dopo la prima approvazione alla Camera il 21 dicembre 2014 ed il parere favorevole del Senato il 26 marzo 2014, il via libera definitivo da parte dei Deputati è avvenuto il 3 Aprile 2014.

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Panorama inforegio: numero tematico sulla Politica di Coesione 2014-2020 (slideshare)

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Il tema principale dell’edizione invernale della rivista Panorama è la riforma della politica di coesione 2014-2020 e l’analisi in dettaglio dei cambiamenti che ne derivano per tutte le parti coinvolte. In un’intervista esclusiva, il presidente della Commissione europea Barroso sottolinea in che modo la politica di coesione agevolerà la crescita e l’aumento di posti di lavoro e contribuirà a raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020.
Anche i nostri lettori hanno dato il proprio contributo al dibattito nella rubrica «Con parole proprie» in cui i rappresentanti degli Stati membri, delle regioni e delle associazioni di tutta Europa hanno condiviso le proprie idee sulla riforma e le speranze per il nuovo periodo di finanziamento.
In altri articoli di questo numero vengono delineati i punti chiave della riforma e le tematiche prioritarie; viene descritto il processo di approvazione del budget dal punto di vista del Parlamento europeo; vengono fornite informazioni su come richiedere gli aiuti e viene presentata un’analisi delle strategie di comunicazione e degli obblighi. La rivista contiene, inoltre, la consueta selezione di notizie e approfondimenti su progetti specifici da tutta l’UE.

Link:

http://ec.europa.eu/regional_policy/information/panorama/index_it.cfm

Sempre di corsa, la rivoluzione di Renzi manca di….provvedimenti

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Lo so, bisogna aspettare. Matteo Renzi corre, corre. Enrico Letta forse correva di meno.

Non amo le larghe intese, ma neanche le strette. Ho aspettato qualche settimana, ma ora vorrei dirlo. Mi pare che il Governo Renzi non stia ancora ingranando.

Lo noto dai provvedimenti e dalla comunicazione degli stessi. Letta, con tutti i limiti, mi aveva abituato a decreti legge, decreti attuativi, misure e provvedimenti comunicati sul sito del Governo, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, poi magari resi operativi dopo troppo tempo (vedi la Nuova Sabatini)….Insomma a suo modo il Gabinetto Letta aveva ingranato, pur con mille freni e ritardi.

Mi sento più un rottamatore che un conservatore, auspico da subito un ricambio generazionale e la rottura di tutti i vecchi e inefficienti equilibri istituzionali ed economici. In questo senso, posso pure essere renziano (anche se alle ultime primarie votai Giuseppe Civati). Tuttavia mi sento di dire, timidamente, che così non va.

Il cambio di governo richiede dei tempi tecnici, lo immagino: ma qui c’è stato un esautoramento di premier con la motivazione della lentezza, quindi ci si aspetterebbe una accelerazione nei provvedimenti. Io non la vedo. La Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, cosa sta progettando per il nostro sistema produttivo? Finora è venuto fuori uno slogan, “Industrial Compact”: ma che vuol dire? Il sito del MISE trabocca di provvedimenti operativi, ma sono tutti eredità del vecchio governo.

La riforma del bicameralismo studiata dalla Ministra Maria Elena Boschi è interessante, ma presenta pure – a mio avviso – imprecisioni ed ingenuità (perchè eliminare il nome “Senato”? Perchè prevedere la possibilità di attribuire competenze à la carte in capo ad alcune Regioni e non ad altre?). Ho simpatia per la giovane Ministra, che mi sembra competente. Renzi sembra un turbine, ha in effetti rivoluzionato il linguaggio politico ed ha il merito di aver rottamato una classe “dirigente” (così la stessa amava chiamarsi) di centrosinistra assai inconcludente.

Ma vorrei – forse mi sbaglio e in tal caso sarò pronto a riconoscerlo – che il premier stesse più al lavoro a Palazzo Chigi a studiare provvedimenti (o ad eliminare quelli inutili) piuttosto che in viaggio o in TV a dire cose serie ma anche a scherzare.

Penso che non sia più tempo di scherzare.