Renzi double face: vincente nel contraddittorio TV, deludente in Parlamento

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Ieri ho potuto ascoltare per ben due volte il Presidente del Consiglio Renzi, in due diversi contesti, che rispondeva a domande provenienti da interroganti ugualmente diversi.

Anticipo le mie impressioni finali: ho avuto la percezione di incontrarmi con due persone distinte, o perlomeno ho trovato stridente il contrasto fra il Renzi statista ed il Renzi comunicatore. A favore, ovviamente, del secondo.

Renzi alla Camera per il Question Time - 3/12/2014

Renzi alla Camera per il Question Time – 3/12/2014

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Accostamenti: Angela e Matteo, due cuori nella pallavolo

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Renzi presiede la Conferenza UE sull’occupazione
Renzi incontra la Nazionale di volley

Dopo Mila e Shiro, un must della generazione attualmente al potere in Italia, i due cuori della Uè sono ora Angela e Matteo. Mi pare di vederlo, il nostro Presidente del Consiglio, davanti alla TV analogica e duopolistica degli anni Ottanta a cantare la sigla assieme a Cristina D’Avena. Il sorriso che dedica al selfie con le “Mila” italiane credo sia lo stesso di allora.

L’avrebbe detto, a quel tempo, il piccolo futuro premier che sarebbe arrivato a fare un selfie con le colleghe di Mila?

La risposta è senz’altro….sì! Azzardo il suo modello di riferimento nel cartone animato: il cinico ed ambizioso allenatore Daimon, colui che pure scopre il talento di Mila.

Ecco una ulteriore prova (che non nascondo mi faccia un po’ piacere, o invidia a seconda dei momenti) che la mia generazione è davvero al potere.

Sì, ma fino a quando?

Riforma autonomie: ecco cosa (forse) ci aspetta. Parole d’ordine: federalismo dinamico e differenziato

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Cartina dell'Italia suddivisa in Regioni - Fonte Wikipedia

Il primo testo che vi presento, pubblicato sul sito del Ministro per gli Affari Regionali, è stato presentato il 28 Maggio 2014 dalla Ministro Lanzetta alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Riporta alcuni interessanti spunti relativi alle prossime mosse previste dal Governo Renzi in tema di riordino del sistema delle autonomie e del loro rapporto con il governo centrale.

Vi segnalo, a tal proposito, le seguenti “parole chiave”.

FEDERALISMO DINAMICO = possibilità di attribuire più autonomia alle Regioni che si dimostrino in grado di far fronte alle specificità del proprio territorio.

LEGGE 56/2014 = riforma Delrio delle autonomie (cosiddetta abolizione delle Province e istituzione Città Metropolitane).

TAVOLI TECNICI istituiti per favorire un passaggio indolore di competenze dalle Province ai nuovi enti definiti dalla Legge 56.

SOGGETTI AGGREGATORI = centrali di acquisto della pubblica amministrazione, da riordinare ed informatizzare attraverso una centralizzazione a livello regionale (e-procurement).

AREE INTERNE = il nuovo nome delle aree svantaggiate o disagiate o con problemi di sviluppo o montane, etc., in cui occorre garantire la concreta fruibilità dei servizi secondo una “idea cooperativa” dei rapporti fra Stato e piccoli Comuni.

CULTURA DELLA LEGALITA’ come base dello sviluppo socio-economico di ogni territorio.

DUE DILIGENCE da applicare ai conti degli enti locali.

COOPERAZIONE AMMINISTRATIVA tra livelli di governo, da rafforzare attraverso le CONFERENZE e l’attribuzione alle REGIONI della possibilità di CONFERIRE ULTERIORI FUNZIONI AMMINISTRATIVE AGLI ENTI LOCALI.

SEGRETARIO COMUNALE = figura che presenta incoerenze (appartiene al Ministero dell’Interno ma presta servizio nel Comune). Sarà quindi rottamato (si chiede il redattore)?

 

Il secondo testo che vi propongo, pubblicato sempre sul sito del Ministro per gli Affari Regionali, è stato presentato dalla stessa Ministro Lanzetta nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di “federalismo differenziato”.
Si evidenziano di seguito alcune interessanti considerazioni della Ministro.

  • Il bilancio del funzionamento delle Regioni a statuto speciale può ritenersi nel complesso positivo, ma i migliori risultati sono concentrati al Nord (Friuli, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige).
  • Per questa ragione, si auspica una nuova STAGIONE STATUTARIA in direzione della cosiddetta “SPECIALITA’ RESPONSABILE”.
  • Già il testo all’esame del Senato sulla riforma costituzionale prevede la concreta attuazione, finora mai avvenuta, dell’art. 116 della Costituzione (novato nel 2001) che prevede la possibilità per le Regioni ordinarie di negoziare con lo Stato ulteriori forme di autonomia. La riforma Boschi punta, infatti, ad un FEDERALISMO DIFFERENZIATO con la possibilità di attribuire a singole Regioni la facoltà legislativa in materie di esclusiva competenza statale. Le Regioni potranno, inoltre, delegare le funzioni ai propri Comuni sulla base delle esigenze del territorio.
  • In sostanza, è giusto che i territori più dinamici siano lasciati liberi di legiferare direttamente in ambiti finora di competenza statale, ma avendo cura che i territori più deboli non siano lasciati soli.

I testi sono scaricabili anche sul sito del Ministro Affari Regionali:

http://www.regioniturismosport.gov.it/il-ministro/comunicati/2014/maggio/linee-programmatiche-e-federalismo-differenziato-audizioni-del-ministro-lanzetta/

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Sempre di corsa, la rivoluzione di Renzi manca di….provvedimenti

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Lo so, bisogna aspettare. Matteo Renzi corre, corre. Enrico Letta forse correva di meno.

Non amo le larghe intese, ma neanche le strette. Ho aspettato qualche settimana, ma ora vorrei dirlo. Mi pare che il Governo Renzi non stia ancora ingranando.

Lo noto dai provvedimenti e dalla comunicazione degli stessi. Letta, con tutti i limiti, mi aveva abituato a decreti legge, decreti attuativi, misure e provvedimenti comunicati sul sito del Governo, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, poi magari resi operativi dopo troppo tempo (vedi la Nuova Sabatini)….Insomma a suo modo il Gabinetto Letta aveva ingranato, pur con mille freni e ritardi.

Mi sento più un rottamatore che un conservatore, auspico da subito un ricambio generazionale e la rottura di tutti i vecchi e inefficienti equilibri istituzionali ed economici. In questo senso, posso pure essere renziano (anche se alle ultime primarie votai Giuseppe Civati). Tuttavia mi sento di dire, timidamente, che così non va.

Il cambio di governo richiede dei tempi tecnici, lo immagino: ma qui c’è stato un esautoramento di premier con la motivazione della lentezza, quindi ci si aspetterebbe una accelerazione nei provvedimenti. Io non la vedo. La Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, cosa sta progettando per il nostro sistema produttivo? Finora è venuto fuori uno slogan, “Industrial Compact”: ma che vuol dire? Il sito del MISE trabocca di provvedimenti operativi, ma sono tutti eredità del vecchio governo.

La riforma del bicameralismo studiata dalla Ministra Maria Elena Boschi è interessante, ma presenta pure – a mio avviso – imprecisioni ed ingenuità (perchè eliminare il nome “Senato”? Perchè prevedere la possibilità di attribuire competenze à la carte in capo ad alcune Regioni e non ad altre?). Ho simpatia per la giovane Ministra, che mi sembra competente. Renzi sembra un turbine, ha in effetti rivoluzionato il linguaggio politico ed ha il merito di aver rottamato una classe “dirigente” (così la stessa amava chiamarsi) di centrosinistra assai inconcludente.

Ma vorrei – forse mi sbaglio e in tal caso sarò pronto a riconoscerlo – che il premier stesse più al lavoro a Palazzo Chigi a studiare provvedimenti (o ad eliminare quelli inutili) piuttosto che in viaggio o in TV a dire cose serie ma anche a scherzare.

Penso che non sia più tempo di scherzare.

Tutti renziani: piaggeria di largo consumo

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Oggi è comparsa una paginata sul Sole 24 Ore con cui una associazione di imprenditori (produttori e distributori di beni di largo consumo) plaude pubblicamente alle nuove misure governative.
Appena annunciate.
Non ancora codificate.
Né ancora associate a precisi capitoli di spesa (e di entrata).

Le lingue di srotolano al cospetto del rottamatore.
Così rischia di non esserci più alcuno da rottamare.

Semplice entusiasmo o italica piaggeria?

La politica dei piccoli leader non guarda al futuro

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Sono da una ventina d’anni appassionato di politica italiana, nonostante tutto.

Confesso, tuttavia, che da qualche tempo ho smesso di leggere sui quotidiani i retroscena del Transatlantico, sempre più conformisti, ed anzi da alcuni mesi fatico a ritrovare la gioiosa evasione mattutina dell’acquisto dei giornali.

Sarà l’effetto delle larghe intese.

L’unico partito con una parvenza di democrazia interna, il PD, è alla ricerca del salvatore. Non della ricetta in grado di salvare l’Italia.

Nei talk show i politicanti delle diverse correnti recitano la solita, frusta scenetta in cui, tra ammiccamenti e sorrisini con la conduttrice di turno, parlano solo di loro stessi o del loro capobastone lasciando fuori dalla porta qualsiasi idea di società per i loro figli e nipoti.

Avanzo un dubbio: con le primarie e le votazioni nei circoli il popolo del PD sta veramente dibattendo di Politica con la p maiuscola ?
O solo, ancora una volta in questo sfortunato ventennio, di persone, nomi, aggettivi (renziano? civatiano? ecc.) che nulla hanno a che fare con la competizione fra le idee e i progetti per la collettività?

Non mi si fraintenda, le primarie sono una conquista per i poveri elettori di centrosinistra che tanto hanno sofferto nel ventennio berlusconiano.
Ma credo che a scontrarsi debbano essere i diversi approcci, le diverse sensibilità che animano la società di fronte a problemi ed opportunità: i nuovi italiani, la disoccupazione, la meritocrazia (o meglio la sua assenza) e il familismo amorale (ovvero la sua pervasività), il (mancato) ricambio generazionale, il (sempre più incerto) superamento della crisi economica.

Invece si scontrano, alfine, solo dei piccoli leader, sia a livello locale che nazionale, con facce tanto “nuove” quanto “vecchie” sono quelle dei capibastone e dei responsabili delle sconfitte degli ultimi quattro lustri che, furbescamente, con discrezione si accomodano sul carro del supposto vincitore.

Perché ci riescono, questi dirigenti pluritrombati? Per l’annacquamento di valori, di idee e di progetti che consente loro di infilarsi, e infine di imporre pesanti condizionamenti, all’interno di qualsiasi fazione.

Perché tutto rimanga immobile.

Parlo del PD, il partito più democratico che abbiamo.
Ma che vede scontrarsi coalizioni di dirigenti più che visioni dell’Italia.

Può il rottamatore proporre nel suo pacchetto di sponsor i Franceschini, i Fassino, i Veltroni?
E l’alfiere della “sinistra che difende i deboli” Cuperlo può accompagnarsi ai correi del ventennio berlusconiano come D’Alema?

Sì, possono quando mancano le idee e nessuno pensa al futuro.
Non bastano le persone, neppure quelle nuove e giovani. Ci vogliono le idee.